Si articolerà in una serie di incontri tra famiglie di persone con disabilità e famiglie del territorio aperte a un’occasione di confronto sui temi e sulle sfide dell’essere genitori. L’obiettivo: dedicare uno spazio alle riflessioni e alle criticità emergenti nel contesto familiare, che possano diventare motivo di scambio e di condivisione e favorire la presa di consapevolezza dei limiti e delle risorse di ciascuno nel proprio ruolo.
Questo il nucleo del progetto di “Sostegno alla genitorialità”, in avvio a partire dal 22 gennaio presso la sede dell’Associazione LaLuna, con il contributo dell’Aas2 Bassa Friulana e con la partnership dell’UTI Tagliamento e dell’Aas5. Un progetto che rientra nell’ambito del bando regionale dell’ “Associazionismo Familiare” e che proprio nelle famiglie individua il destinatario principale, con l’idea che da un lavoro condiviso e di gruppo possa scaturire una rete di sostegno informale di lungo periodo.
La famiglia ha infatti un ruolo fondamentale nelle storie di vita e nel percorso evolutivo dell’individuo. E ogni famiglia affronta nel tempo sfide, successi e difficoltà. Questo è tanto più vero quando entra in gioco la disabilità di un figlio o di un fratello, che coinvolge i familiari in un ruolo attivo ancora più sfidante. In qualche modo, la qualità della vita della persona con disabilità non può idealmente prescindere dalla buona vita della famiglia che sta alle sue spalle. E in questo senso nasce l’idea di lavorare con le famiglie, di dar loro centralità e valorizzarne le risorse, offrendo anche un sostegno.
Supervisioneranno gli incontri gli psicologi Leila Rumiato, Orietta Sponchiado e Simone Zorzi, oltre che il pedagogista Daniele Ferraresso. Alcuni degli appuntamenti saranno poi rivolti specificamente ai fratelli delle persone con disabilità, per differenziare gli aspetti coinvolti in un ruolo familiare ancora diverso da quello del genitore.
La collaborazione tra le famiglie e l’Associazione è sempre stata un fondamento de LaLuna, da sempre aperta al territorio e alla comunità, considerati il normale contesto di riferimento per i progetti educativi inclusivi e orientati alla vita indipendente, che si ritiene possa realizzarsi al meglio passando prima di tutto attraverso il sostegno di una rete sociale quanto più densa possibile.